Trattamenti Laser Oculare

La SLT è un trattamento laser sicuro e semplice che riduce efficacemente la pressione oculare per la maggior parte dei pazienti affetti da glaucoma.

 

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FEMTOLASIK

Si tratta di un’innovativa tecnica laser, precisa, rapida, sicura e indolore. Attraverso l’impiego di due tipologie di laser (ad eccimneri e a femtosecondi) e di una procedura computerizzata è possibile ottenere un risultato visivo eccezionale, senza l’utilizzo del bisturi.

Il taglio laser consente al chirurgo di accedere alla cornea e correggere i difetti visivi in modo rapido e permanente. L’operazione avviene in maniera non invasiva.

La tecnica femtolasik permette in poche ore il recupero della tua vista. Anche in presenza di importanti difetti visivi, questa metodica risulta essere delicata. Il suo impiego scongiura, infatti, reazioni e infiammazioni temporanee dell’occhio.

Trattamento laser eccimeri

Con tecnica PRK

La cheratectomia fotorefrattiva (PRK) è una procedura chirurgica ambulatoriale eseguita dagli oculisti, utilizzata per eliminare o ridurre i difetti refrattivi quali la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo.

La PRK si avvale di un laser a eccimeri in grado di rimodellare permanentemente la curvatura della cornea, in modo che essa possa mettere correttamente a fuoco le immagini sulla retina. L’intervento è eseguito ambulatorialmente e dura pochi minuti. Per i pazienti che rientrano entro determinati parametri, la PRK presenta un grado di successo e un margine di sicurezza molto elevati. Prima di sottoporsi a questo tipo d’intervento è fondamentale effettuare una visita oculistica molto approfondita, al fine di valutare il proprio grado di idoneità e capire quale sia il miglioramento visivo realmente attendibile.

La PRK può essere effettuata anche dopo un intervento di cataratta, per regolare in modo fine la messa a fuoco. Ciò è talvolta necessario quando vengono impiantate lenti intraoculari (IOL) multifocali. La PRK risulta estremamente utile quando fra i due occhi si determina una differenza refrattiva (anisometropia), ad esempio a seguito di un intervento chirurgico per il distacco di retina.

Per potersi sottoporre a un intervento di PRK bisogna:

  • Aver compiuto 18 anni
  • Che l’errore refrattivo sia stabile e compreso entro certi valori
  • Che non sia presente alcun tipo di patologia oculare
  • Che non sussistano malattie della pelle o sistemiche che possano far presumere l’esistenza di difetti di cicatrizzazione.

Quando ci si sottopone a un intervento di PRK è importante essere consapevoli delle reali aspettative del recupero visivo e dei potenziali rischi che la procedura comporta. Prima di effettuare un intervento di PRK, l’oculista deve eseguire una serie di controlli, sottoponendo il paziente a un esame pre-operatorio molto approfondito, che prevede la misurazione accurata della vista e la valutazione dell’esistenza di qualsiasi fattore che possa far sorgere complicanze durante o dopo l’intervento.

Solo in base al risultato di questo esame l’oculista potrà decidere se un paziente è idoneo o meno.

Il giorno dell’intervento, prima di iniziare la procedura, l’occhio da trattare viene anestetizzato mediante l’applicazione di un collirio. Successivamente la palpebra viene sollevata grazie ad uno speculum e immobilizzata durante tutta la durata dell’intervento. Prima di utilizzare il laser, il chirurgo rimuove delicatamente lo strato più esterno della cornea, l’epitelio corneale, utilizzando una spatola, dell’alcool o un laser. Una volta rimosso l’epitelio corneale, il laser a eccimeri viene utilizzato per rimodellare la superficie della cornea, diminuendone la curvatura in caso di miopia o aumentandone la curvatura in caso di ipermetropia. Nel trattamento dell’astigmatismo, il laser viene programmato per rimodellare selettivamente solo specifiche porzione della cornea, in modo da ottenere una curvatura regolare.

La PRK corregge l’errore refrattivo eliminando o riducendo la dipendenza dagli occhiali o dalle lenti a contatto. In questo tipo di intervento non viene praticata alcuna incisione sulla cornea, pertanto la struttura corneale non viene compromessa o indebolita. L’intera procedura dura circa 10 minuti.

Immediatamente dopo l’intervento, sull’occhio trattato viene applicata per alcuni giorni una lente a contatto terapeutica che, insieme all’applicazione di colliri per circa 2 settimane, protegge la cornea dall’aggressione da parte di agenti fisici (polvere), atmosferici (freddo, vento) e patogeni (microrganismi vari), facilitandone il processo di guarigione (riepitelizzazione).

Dopo la procedura e nei due o tre giorni successivi, è normale che il paziente possa accusare fastidio all’occhio trattato. Per ovviare all’eventuale dolenzia possono essere utilizzati farmaci antidolorifici generici e lubrificanti oculari in forma di colliri monodose, senza mezzi conservanti.

Con tecnica PRK customizzata

La tecnica di PRK customizzata si basa sul principio che la cornea di ogni paziente ha una sua propria forma. Il trattamento laser va, quindi, personalizzato sulla base della forma corneale, raccolta con uno strumento chiamato tomografo corneale.

Oltre ai normali difetti refrattivi (miopia, ipertropia e astigmatismo), i trattamenti customizzati correggono le asimmetrie e le irregolarità della cornea. Lo strumento che rivela queste anomalie e che guida il laser nella correzione è chiamato aberrometro. i trattamenti customizzati sono particolarmente indicati nei ritrattamenti dopo chirurgia refrattiva o trapianto di cornea, negli esiti di ferite o infezioni corneali e in casi molto selezionati di cheratocono (dopo un cross- linking corneale).

Prima dell’intervento è cura dello specialista eseguire una mappa pachimetrica computerizzata, di fondamentale importanza per stabilire l’idoneità all’intervento. Verranno valutate, inoltre, la stabilità refrattiva, il diametro pupillare e l’assenza di patologie oculari o sistemiche concomitanti.

L’ intervento è eseguito con poche gocce di collirio anestetico. Il trattamento con il laser ad eccimeri è preceduto dalla rimozione dell’epitelio corneale di superficie e il laser è focalizzato sulla superficie della cornea. Al termine della seduta è applicata una lente a contatto terapeutica per 5-7 giorni. L’intervento dura pochi minuti ed è assolutamente indolore. I disturbi post-intervento possono durare 2- 3 giorni e sono estremamente variabili e soggettivi. Il recupero della vista è immediato sin dal momento dell’uscita dalla sala operatoria. L’autonomia (guidare e lavorare) si raggiunge in due settimane circa, mentre il completo recupero si ottiene mediamente dopo 1-2 mesi.

Non tutti i difetti di vista possono trovare la soluzione con la chirurgia refrattiva e non tutte le persone sono adatte ad essere sottoposte ad essa. È di fondamentale importanza un colloquio preoperatorio con il chirurgo refrattivo che, sulla base della propria esperienza, potrà quantificare per ogni situazione il corretto rapporto rischio/beneficio.

Eccimeri e FEMTO con tecnica Lasik

La Lasik (Laser Cheratomileusi Intrastomale) è una metodica che consente di trattare miopia, ipermetropia e astigmatismo di grado medio lieve, in alternativa alla PRK, mediante l’impiego di laser ad eccimeri. L’intervento consiste nell’asportare con uno speciale strumento (microcheratomo) una sottilissima lamella di cornea (flap) e nel ribaltarla. Viene quindi effettuato il trattamento con laser ad eccimeri come in una PRK. La porzione di cornea sollevata è riposizionata sulla superficie trattata e qui si salda in pochi minuti spontaneamente.

L’intervento di Lasik si svolge nel seguente modo:

  • Instillazione di alcune gocce di collirio anestetico
  • Posizionamento del paziente su un lettino mobile al di sotto dell’apparecchio laser
  • Applicazione di un piccolo divaricatore palpebrale
  • Applicazione di un anello di suzione per l’esposizione della cornea al passaggio del microcheratomo per la preparazione del lembo (“Flap”)
  • Rimozione dell’anello di suzione
  • Sollevamento del lembo mediante una spatola speciale
  • “Memorizzazione” del centro ottico dell’occhio da parte dell’eye-tracker, facendo fissare al paziente una piccola mira luminosa di colore rosso.
  • Trattamento laser vero e proprio:
  • In caso di miopia il laser agirà appiattendo la curvatura corneale, riportando il fuoco dell’immagine sulla retina
  • In caso di ipermetropia il laser agirà accentuando la curvatura corneale, riportando il fuoco sulla retina
  • In caso di astigmatismo il laser agirà rimodellando la curvatura corneale irregolare, rifocalizzando i punti focali multipli in un fuoco sulla retina
  • Riposizionamento del lembo, asciugatura del bordo e dei margini del lembo
  • Medicazioni con colliri, dimissione senza lenti a contatto o benda.
  • Al termine della procedura viene prescritta una terapia a base di colliri, che deve essere seguita in maniera rigorosa.

Contatta il centro per saperne di più sui trattamenti laser oculare.

SLT

Nel nostro centro è possibile accedere a una serie di trattamenti laser oculare, come la SLT. Si tratta di una metodica sicura e semplice che riduce efficacemente la pressione oculare per la maggior parte dei pazienti affetti da glaucoma.

Il meccanismo d’azione della SLT non si basa su farmaci, ma utilizza un avanzato sistema laser che ha per obiettivo specifico solo quelle cellule del trabecolato angolare contenenti melanina. Ciò permette di stimolare esclusivamente queste cellule e di lasciare intatto il tessuto circostante. Come conseguenza della stimolazione laser selettiva, si attivano meccanismi di reazione del tessuto trabecolare che portano ad aumentare la sua permeabilità all’umor acqueo e, quindi, ad un abbassamento della pressione oculare.

I vantaggi di questo trattamento sono:

  • Sicurezza: la metodica non è associata ad effetti collaterali sistemici o locali causati dai farmaci ipotonizzanti. Non è richiesto che il paziente resti costantemente aderente alla terapia prescritta. il laser una volta effettuato agisce, infatti, da solo nel tempo.
  • Selettività: la SLT utilizza una fototermolisi selettiva per cellule specifiche, lasciando intatto il tessuto circostante. Il laser è applicato in una zona che non ha nessuna funzione visiva, per cui non può in alcun modo comportare un danno visivo.
  • Intelligenza: la SLT stimola i meccanismi naturali del corpo per migliorare la fuoriuscita del liquido in un occhio.
  • Facilità: la procedura è rapida (pochi minuti), ambulatoriale e priva di qualunque dolore o fastidio.

La SLT funziona usando la luce laser per stimolare la risposta di guarigione del corpo e per abbassare la pressione oculare.

A differenza di altri laser tradizionali, (i quali determinano un danno fotocoagulativo delle strutture trattate), la SLT non provoca danni, non provoca cicatrici e migliora il deflusso di umor acqueo secondo la via naturale. È eseguita nello studio del medico e richiede solo pochi minuti. Prima della procedura l’occhio viene preparato con dei colliri. Il laser è applicato tramite un microscopio medico regolare, simile a quello utilizzato per visite oculistiche.

La pressione oculare può scendere a partire dal giorno successivo il trattamento. Il medico può instillare colliri anti-infiammatori per alcuni giorni dopo la procedura. I pazienti non hanno limitazioni e sono in grado di muoversi e guidare immediatamente. Verrà stabilito un appuntamento di follow-up per consentire al medico di valutare i risultati.

La SLT può essere utilizzata per le seguenti condizioni:

  • Glaucoma primario ad angolo aperto
  • Ipertensione oculare
  • Glaucoma a tensione normale
  • Glaucoma giovanile
  • Glaucoma nello pseudofachico
  • Glaucoma pigmentario

Il paziente, dopo la SLT, ha il grande vantaggio di non dover mettere più i colliri e di poter riottenere uno stile di vita regolare. È importantissimo, però, che egli non dimentichi di sottoporsi ai controlli, per valutare lo stato della malattia. Il glaucoma rimane, comunque, una patologia cronica. La SLT abbassa la pressione ma non elimina la malattia.

Laser giallo reflex

Il laser giallo può essere utilizzato per favorire il riassorbimento di liquido accumulato nella retina centrale e che può essere causa di un grave deficit visivo.

Questo tipo di tecnologia, detta micropulsato in quanto rilascia micro-impulsi, consente di trattare la maggior parte delle patologie edematose della macula. L’effetto terapeutico del laser consiste nella distruzione delle cellule che consumano ossigeno, fotorecettori (FR) ed epitelio pigmentato retinico (EPR), diminuendo, quindi, lo stato di ipossia della retina.

Questo effetto terapeutico è oggi alla base delle moderne terapie farmacologiche corticosteroidee, in grado di ridurre l’edema senza danneggiare i fotorecettori. Con i laser convenzionali non è possibile agire direttamente sulle cellule bersaglio, cioè l’EPR, senza inevitabilmente danneggiare anche il neuroepitelio.

Vengono instillate delle gocce di preparazione di collirio midriatico per una buona dilatazione pupillare. Poco prima vengono instillate altre gocce di collirio anestetico. Il laser si esegue seduti davanti ad una lampada a fessura come in una normale visita oculistica per il fondo dell’occhio, mediante l’aiuto di una speciale lente di Mainster. Subito dopo la seduta di laser, il paziente potrà avvertire abbagliamento, senso di stordimento, capogiro e senso di nausea. Tutte queste sensazioni si risolvono nel giro di 10/20 minuti. Successivamente il paziente verrà dimesso e potrà recarsi a casa. Sono necessari soltanto un paio di occhiali da sole scuri. L’unica accortezza richiesta dopo la seduta di laser sarà instillare gocce di collirio antinfiammatorio per 3 volte al giorno, per i successivi 5 giorni.

YAG laser

YAG laser capsulotomia: la capsulotomia posteriore è un trattamento laser che si rende necessario quando la capsula – il tessuto trasparente che avvolge il cristallino – va incontro a un processo di opacizzazione denominato fibrosi capsulare, che determina annebbiamento della vista. Questa condizione si verifica nelle persone che hanno subito un intervento di cataratta ed è comunemente nota come cataratta secondaria.

La capsulotomia posteriore si avvale di un laser YAG, in grado di praticare con estrema precisione delle piccolissime incisioni nei tessuti, senza necessità di utilizzare e introdurre all’interno dell’occhio alcuno strumento chirurgico. Il raggio laser viene indirizzato sulla superficie posteriore della capsula opacizzata per creare sulla sua superficie una piccolissima apertura. In questo modo si libera l’asse ottico ripristinando una visione chiara e nitida. Prima dell’intervento, la superficie dell’occhio viene trattata con un collirio anestetico.

Il trattamento, effettuato in modalità ambulatoriale, non è invasivo, dura pochi secondi ed è assolutamente indolore. In assenza di altre patologie oculari, la visione migliora quasi istantaneamente e le normali attività quotidiane possono essere riprese immediatamente.

Una volta che la fibrosi capsulare è stata diagnosticata, è molto importante non aspettare troppo a lungo prima di eseguire l’intervento di capsulotomia con laser YAG poiché, se il processo fibrotico avanza, risulta poi difficile incidere la capsula posteriore con il laser. Questa difficoltà può tradursi nell’insorgenza di complicanze durante l’esecuzione del trattamento.

I rischi e le complicanze dell’intervento di capsulotomia posteriore sono estremamente rari, tuttavia è sempre bene essere a conoscenza della loro esistenza. Tra i rischi e le complicanze della capsulotomia posteriore possiamo annoverare:

  • Distacco di retina
  • Aumento della pressione intraoculare (IOP)
  • Dislocazione della IOL attraverso l’apertura praticata nella casula
  • Infiammazione intraoculare, che può richiedere un trattamento con colliri a base di cortisonici.

Prima di sottoporsi a un intervento di capsulotomia posteriore è sempre opportuno discutere con il proprio oculista dei possibili rischi legati all’esecuzione di questo intervento.

YAG laser iridotomia

L’iridotomia laser è un intervento parachirurgico utilizzato per prevenire o trattare un attacco di glaucoma acuto, patologia oculare estremamente pericolosa che può portare a cecità in brevissimo tempo.

L’intervento di iridotomia laser deve essere effettuato tempestivamente nei pazienti in cui si è manifestato un glaucoma ad angolo chiuso con tendenza evolutiva ed è fortemente consigliato anche alle persone che presentano fattori di rischio per questa malattia, poiché la prevenzione e la cura tempestiva sono essenziali al fine di evitare la perdita della visione causata da un attacco di glaucoma acuto. L’intervento prevede la creazione di un piccolo foro a livello dell’iride che fungerà da via di drenaggio per l’umor acqueo. In questo modo nella camera anteriore dell’occhio sarà ripristinato un nuovo equilibrio tra umor acqueo entrante e umor acqueo uscente. La pressione intraoculare tornerà ad assumere valori più bassi e costanti.

L’iridotomia laser è eseguita in modalità ambulatoriale, generalmente presso uno studio oculistico opportunamente attrezzato. L’occhio da trattare viene anestetizzato mediante l’applicazione di un collirio. In seguito è applicata una lente che funge da guida per il laser.

Il foro creato nell’iride ha le dimensioni di una testa di spillo e nella maggior parte dei casi non è visibile, perché rimane nascosto al di sotto della palpebra superiore. La procedura richiede pochi minuti e non è invasiva. Tuttavia, a causa della visione sfuocata che permane per qualche ora, si consiglia al paziente di venire accompagnato da una persona che possa ricondurlo a casa dopo l’intervento.

I rischi e gli effetti collaterali dell’iridotomia laser sono rari ma non da trascurare. Tra le possibili complicanze ed effetti collaterali dell’iridotomia laser possiamo annoverare:

  • Innalzamento repentino della pressione oculare
  • Infiammazione
  • Cataratta
  • Emorragia
  • Necessità di un ulteriore intervento
  • Visione sfuocata
  • Formazione visiva di lampi o strie luminose
  • Dolenzìa.

Gli eventuali rischi ed effetti collaterali legati all’iridotomia laser assumono una rilevanza minima rispetto al grave danno alla visione che si verificherebbe in assenza di trattamento.

Laser duplicato per retinopatia diabetica

Esistono due forme principali di retinopatia diabetica:

– Non proliferante, quando vi è una trasudazione di edema dalle pareti dei capillari retinici alterati, dando luogo a un deposito grasso e proteico. Talvolta si verificano emorragie o indebolimenti localizzati dei vasi con dilatazione.

– Proliferante, la forma più grave, in cui l’occlusione di capillari causa gravi assenze di ossigeno, provocando delle aree ischemiche. L’ischemia porta la neoformazione di vasi fragili che, rompendosi, possono causare emorragie o di un tessuto fibroso che, contraendosi, potrebbe causare un distacco della retina, con conseguente grave perdita della vista anche improvviso.

La retina ischemica va trattata in modo completo con una pan-fotocoagulazione con laser duplicato, per eliminare lo stimolo alla formazione di neo vasi.

    Laser duplicato per edema maculare

    Per edema maculare si intende una raccolta di liquido sotto il centro della retina, generata da un processo infiammatorio e/o di alterazioni dei vasi.

    Anche in questo caso il laser funziona distruggendo le zone che “impartiscono il comando” di creare nuovi vasi (secernendo un fattore di crescita chiamato Vegf).

    Laser duplicato per parziale distacco

    Rotture e degenerazioni periferiche della retina determinano un elevato rischio che potrebbe determinare un distacco di retina.

    Attraverso l’azione del laser viene bruciata la retina in prossimità delle rotture o delle degenerazioni potenzialmente dannose. La cicatrice creata dopo il trattamento laser agisce come una saldatura, rinforzando la retina stessa.

    Il distacco parziale può avvenire a causa di occlusioni venose dei vasi retinici. In questo caso si possono sviluppare nuovi vasi, che hanno la tendenza ad invadere altre zone (angolo irido-corneale), causando una grave forma di glaucoma (detto “neovascolare”).

    Retinopatia del prematuro (ROP).

    Il trattamento laser serve per impedire la crescita di nuovi vasi retinici dannosi per la vista, attraverso la “distruzione” della retina già danneggiata per ridotto apporto di sangue e, dunque, di ossigeno (aree ischemiche). Nel 2013 è stato pubblicato uno studio australiano che ha riportato un successo del 93% nei trattamenti effettuati col laser su bambini neonati molto piccoli (dieci mesi d’età).

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